Romano, studente di Lettere alla Sapienza negli anni più duri, una sera le prese sul serio da un gruppo di estremisti neri dalle parti di piazza Bologna a Roma
Pur con quella faccia d’angelo, i lunghi capelli e gli occhi azzurri, Gianni Togni arrivò al cuore di ragazze e ragazzi non col vecchio trucco della canzone d’amore, ma dipingendo un uomo solitario ed errabondo che guardava il mondo da un oblò, annoiandosi un po’.
Dove si vede che dietro certe ispirazioni che sembrano rimandare a un moderno bohémien si cela in realtà un vagabondo urbano, senza casa e reietto. Correva l’anno 1980 e la vita di Gianni Togni ne uscì ribaltata, ma fino ad allora la sua vita si era divisa fra la passione più forte, la musica, e la scuola. : «Vedendomi coi capelli lunghi, cinque-sei fascisti si avvicinarono col pretesto di una sigaretta e mi malmenarono vicino a una sede del Msi.
Ai compagni, d’altra parte, non andavano a genio i suoi gusti musicali: «Quando hanno sentito che ascoltavo Jethro Tull, King Crimson, Genesis mi hanno inquadrato come un non allineato - dice Togni -. Erano intolleranti, per loro andavano bene solo Bob Dylan o la musica folk arrabbiata, ma non ci doveva essere del glamour».
Musica a parte, Togni adora “la Magica”, cioè la Roma, che andava a vedere allo stadio, e gli piace moltissimo il tennis, che però non può più praticare: «Persi la vista a un occhio e non ho potuto più giocarlo». La letteratura che studiava all’università è diventata, nell’esperienza personale, la lettura dei poeti maledetti francesi, poi del beat americano, per passare agli scrittori sudamericani e, di recente, al nostro Emanuele Trevi.
In questo periodo è in sala di registrazione per un nuovo disco che uscirà la prossima primavera: «Sarà un concept album molto particolare dal titolo ancora segreto», e quasi si scusa per non poterlo anticipare. A distanza di oltre quarant’anni,torna alla memoria ogni volta che la si pronuncia, ma lui si sente per niente ossessionato: «Le mie canzoni sono tutte figlie mie. Una volta me la chiesero anche per un film e non gliela diedi...».
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