La maternità, nonostante la sindrome genetica: al Sant’Anna primo caso al mondo con Procreazione Medicalmente Assistita
Una volta ottenuto il risultato delle indagini genetiche, è stato eseguito il trasferimento in utero di un singolo embrione che ha dato esito alla gravidanza, conclusasi con successo con il parto di un neonato maschio, di 3110 g, in ottima salute.
A 38 settimane, un lieve peggioramento delle funzioni cardiovascolari e metaboliche materne ha indotto l’équipe della professoressa Benedetto a programmare l’espletamento del parto cesareo, con il supporto dell’équipe anestesiologica diretta dalla dottoressa Simona Quaglia. Il neonato è stato preso in carico dalla Neonatologia universitaria diretta dalla professoressa Alessandra Coscia, mamma e neonato sono rientrati a casa dopo pochi giorni in ottime condizioni.