Il caso di Cecilia Sala, giornalista italiana arrestata a Teheran, è tornato all'attenzione pubblica. Il governo iraniano ha confermato l'arresto ma senza fornire dettagli sulle accuse. Si ipotizza che la giovane reporter possa essere usata come pedina di scambio in trattative con Washington.
Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino arrestato a Malpensa il 19 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti , ha ribadito che non è un terrorista e non capisce il motivo del suo arresto. Il governo iraniano ha rotto il silenzio sul caso di Cecilia Sala , arrestata a Teheran lo stesso giorno, ma senza dare precise accuse. Il Ministero della Cultura ha solo confermato l'arresto e l'apertura di un'inchiesta.
La formula vaga sembra confermare le ipotesi che il regime voglia utilizzare la giornalista italiana come pedina di scambio. Lo stesso viceministro degli esteri iraniano ha fatto intendere questo durante un colloquio con l'ambasciatrice italiana, menzionando anche il caso dell'ingegnere esperto di droni arrestato in Italia su richiesta di estradizione dagli Stati Uniti. Washington, oltre a Teheran, è l'interlocutore di Roma in questa trattativa. Il governo italiano assicura che continuerà a lavorare senza sosta, incluso l'ultimo giorno dell'anno ed il primo giorno del 2025, in uno sforzo di diplomazia e intelligence per riportare Cecilia a casa il prima possibile
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